I pescatori di esseri umani

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    I pescatori di esseri umani



    Come ogni mattina Oirl e Borr erano pronti a salpare a bordo de “La Titania” dal porto di Dorborough e come ogni mattina la routine era sempre la stessa.

    Mentre Oirl era impegnato con un mucchio di scartoffie a controllare il carico e scarico di merci e di fabbisogno dell’imbarcazione, poco più in là, sul terminare della catena di uomini che si era formata lungo la nave, vi era posizionato con fierezza, mentre si sorreggeva la sua prominente pancia, Borr.
    Quest’ultimo era per così dire il ritratto della nobiltà: calzoni rammendati più volte con toppe di ogni colore e forma, bretelle doppie rinforzate, fascia per coprire la lucente pelata ma, soprattutto, un savoir-faire davvero invidiabile. E mentre, si dedicava ad uno dei suoi passatempi preferiti, ovvero la caccia alle “palline di muco” nel suo largo naso, era solito impartire ordini con una carineria davvero esemplare:

    “Maledizione! Muovetevi con quelle casse razza di fannulloni! … Ehi tu! No No NOOOO! Tua madre non ti ha insegnato come si pulisce a terra, eh?!” gridava Borr.

    “Borr, per amor del cielo, piantala una buona volta di trattare male l’equipaggio!” disse Oirl cercando di calmare la situazione.

    E Borr smise, subito dopo aver svolto un’accurata analisi e pulizia del suo “salotto privato” e, successivamente essersi liberato di quelle goliardiche “palline di muco”.

    Quella mattina però, in cielo vi erano una moltitudine di nubi scure che incutevano un pesante malumore sia sull’equipaggio che sui due capitani. E anche il mare non si prestava ad accarezzare lo scafo dell’imbarcazione con dolci e ritmate onde bensì, accennava a fare capricci che avrebbero potuto creare non pochi problemi a coloro che erano a bordo. Ma non fu quella il sorprendente evento di quel giorno.

    Una volta ultimato il carico de “La Titania” e salutate le mogli, compagne e figlie che si erano compostamente fermate in attesa lungo il molo, Borr con la sua solita eleganza berciò sbuffando: “Forza femminucce adesso si salpa … muovetevi, presto!”.

    A quel punto, come un’unica macchina azionata da mille ingranaggi perfettamente sincronizzati tra di loro, ogni membro dell’equipaggio prese il posto che gli spettava e si mise all’opera nella guida di quella maestosa nave.

    Tutto sembrava andare per il verso giusto e a gonfie vele.

    Il vento spingeva la nave infrangendo le onde che borbottavano lungo i fianchi e sia Oirl che Borr erano silenziosi. Entrambi trovavano piacere nel godere dei suoni del mare e dell’imbarcazione tra scricchiolii, funi che tiravano, vele che schioccavano e onde che si infrangevano … quel giorno, per giunta, con una forza sempre crescente.

    Arrivò presto il punto che i due capitani avevano additato come strategico secondo le mappe in loro possesso e qui decisero di calare l’ancora e lanciare le reti in mare.

    A mezzodì, Borr, nel suo più reale momento di calma serafica e felicità, si schiarì la voce e con tono basso ma armonioso parlò: “Signori! Ora di pranzo, preparate le assi ahahahah!”.

    […]

    Erano oramai le tre del pomeriggio circa e, consapevoli della brutta giornata, speravano comunque che quelle reti calate ore prima contenessero una quantità decente di pescato, così da non sfigurare di fronte alle proprie famiglie, una volta scesi di nuovo a terra.

    La sorpresa fu grande quando, tirate su le reti, videro al loro interno tre individui pressoché morti: una ragazzina non molto alta dalla chioma corvina, una donna dai capelli rossi e dalla pelle chiarissima e un giovanotto biondo.

    Tra mille sputi e con occhi spalancati Borr berciò: “Per la miseria! Ma dove provengono questi poveri disgraziati … guardateli sono ridotti ad uno straccio!”

    Mentre Oirl con tono serio e pronto affermò: “Non statevene lì impalati! Presto portate delle coperte e cercate di fargli sputare l’acqua dai polmoni … se siamo fortunati forse riusciamo a salvarli! Muovetevi idioti, quanto vi ci vuole!”.

    Borr si gettò di soprassalto sul ragazzo biondo, in cuor suo sapeva che le sue maniere gentili avrebbero solo potuto far danni sul corpo delle due femmine andando, nel migliore dei casi, a spaccare solo qualche costola.

    Oirl si inginocchiò accanto alla rossa e iniziò a spingere sul ventre sperando di salvare quella donna sfortunata.

    Dalle retrovie dei marinai comparve un ragazzo, a prima vista cupo e con sguardo minaccioso. Lui si diresse verso il terzo naufrago e iniziò, anch’egli le manovre di rianimazione o quello che in qualche modo poteva vagamente esserlo.

    Il fato quel giorno assistette l’equipaggio de “La Titania” e i tre naufraghi tra molti colpi di tosse fortissimi e acute ricerche di aria si ripresero. Furono immediatamente portati sottocoperta e messi vicino ad un pentolone bollente che emanava un tepore rassicurante, proprio come quello di una madre che stringe forte al suo petto il figlio per proteggerlo.

    Borr berciò di nuovo e ordinò a tutto l’equipaggio di fare immediatamente rotta verso Dorborough, mentre il ragazzo oscuro sparì misteriosamente in chissà quale punto della nave.

    Con i tre naufraghi sottocoperta rimase solo Oirl e, una volta riprese le forze, senza indugio domandò loro: “Ma voi chi siete? E soprattutto come siete finiti in mare?”

    Benvenuti Ufficialmente "quasi" su Esterland! Daniele Rayan Serafino Pablomex Cat (Catlyn)
     
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    Cat rimase ipnotizzata dal pentolone bollente e dal calore che emanava. Le parole dell'uomo la distarono per un breve momento giusto il tempo di ascoltare la domanda, per poi riposare lo sguardo sul pentolone e rispondergli "Io... sono Cat".
     
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    La Rossa aveva perso conoscenza fin a quando non venne salvata da quei marinai. Instintivamente appena presa coscienza seppur stordita diede uno schiaffo alla persona che la stava aiutando.

    "Mi scusi"

    Rispondeva ancora stordita, mentre si guardava attorno.

    <portiamo proprio sfiga>

    A quanto pare essere una donna su una nave portava effettivamente sventura per i viaggi in mare data la situazione.

    <vi farò diventare pescatori di uomini, lo hanno preso alla lettera. Merda Alfred me l'hai fatta di nuovo!>

    Pian piano si stava riprendendo mentre notava la candidata esaminata qualche giorno prima, il Biondo che completava il trio veniva portato sotto coperta.

    <guarda cosa mi tocca fare, di nuovo la tata>

    Non amava lavorare in gruppo, troppe persone l'avevano ferita, ma se Alfred l'aveva messa nel mercantile naufragato c'era un motivo. Portava un religioso rispetto per quell'uomo che l'aveva tolto dalla strada, era un padre per lei.
    Poco male, non avevano raggiunto il porto prestabilito, ma il suo istinto le suggeriva che nonostante tutto era sulla strada giusta.

    "Mi chiamo Violet, dove siamo? Ho freddo"

    Schietta, voleva dimostrarsi diplomatica verso i suoi ospiti. Cercava di mettersi in posizione eretta senza sforzarsi troppo, doveva chiarsi le idee, sempre pronta a reagire nel caso ne avesse avuto bisogno.
     
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    I tre naufraghi si svegliarono ma, immediatamente, il ragazzo ripiombò svenuto per la troppa fatica e molto probabilmente per il troppo vigore che Borr aveva applicato su di lui.

    Alla domanda di Oirl la ragazzina e la donna invece risposero.

    La prima disse con forti tremori di chiamarsi Cat e altro non aggiunse … era visibilmente sconvolta per quello che aveva passato come un umile contadino può rimanere di fronte alla forza inarrestabile e brutale della natura che con un uragano spazza via la sua abitazione e il suo duro lavoro nei campi.

    L’altra invece, una donna rossa non appena si riprese fece partire uno schiaffo verso Oirl, che incredulo non reagì perché giustificava tale atto con il più totale e disperato senso di smarrimento di quella povera creatura. E infatti subito dopo ella chiese scusa e Oirl accennò un sorriso per confortarla.

    La donna era palesemente sotto shock e avvolta completamente nei suoi pensieri ma per buona ragione, quantomeno, ebbe modo di riferire il suo nome: Violet.

    Oirl la osservava dall’alto dei suoi molti anni di esperienza, non solo a bordo di navi, ma anche come essere umano che, col tempo, aveva appreso e intuiva la natura umana e subito pensò < la ragazzina, Cat, mhh è devastata e non mi sembra che abbia nulla di strano… ma quella donna, Violet, mhhh … nei suoi occhi scorgo qualcosa di criptico, non mi convince … la terrò d’occhio >.

    Pochi istanti dopo tornò in sé e sentì subito la donna emettere esasperata con voce fioca qualche parola: aveva freddo.

    Non ci pensò due volte e subito ordino compostamente ma in maniera decisa: “Ehi voialtri che cosa fate lì impalati! Presto, portatemi delle coperte e ravvivate il fuoco!”, poi si voltò e puntò un tipo robusto con grossi baffi; da come era vestito tutto di bianco ma con una mappa di macchie di unto, quel tipo non poteva essere altri che il cuoco di bordo e Oirl, infatti, gli disse: “Doraf, presto vai in cucina e vedi se è avanzato qualcosa per questi poveretti!”, Doraf si voltò e scattò subito, non prima, però, di aver fatto una battuta che fece ridere tutto l’equipaggio presente: “Sempre che Borr abbia lasciato qualcosa!”.

    Il fuoco era stato ravvivato e coperte vecchie e pelose erano state portate alle due naufraghe. Poco dopo dalla cucina spuntò Doraf con due piatti di cavolo bollito e due mele … “Questo è quanto rimasto, non è molto ma sicuramente sarà di giovamento per loro”.

    Oirl guardava quelle due e pensava …. non si dava pace, voleva assolutamente sapere di più riguardo la loro storia.
     
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    <non sono dei selvaggi allora>

    Pensava quando vide che le stavano aiutando, per un attimo si rivolse a Cait dando le spalle ai marinai in modo che vedessero il labbiale.

    "Cara stai bene?"

    Diceva verso alla collega per poi aggiungere sussurando.

    " Non fare cazzate!"

    Poco dopo si sarebbe rigirata verso il suo precedente interlocutore per pensare nuovamente.

    <dio che schifo, forse mi sbagliavo>

    Violet non poteva fare la schizzinosa, ma le coperte erano sporche per i suoi standard.

    "Grazie"

    Diceva con gratitudine per poi mordere una mela e mangiare del cavolo.

    <e' insipido, anche Alfred farebbe di meglio!>

    Pensava per poi chiedere ai lupi di mare.

    "Dove siamo diretti?"

    La Rossa ci aveva messo tutta la buona volontà, ma aveva il mal di mare. La sua idrofobia di certo non aiutava, infatti si scusò un attimo alzando l'indice sinistro per poi correre verso l'esterno visto che doveva vomitare anche l'anima.

    Edited by Arkhaios - 19/4/2021, 23:44
     
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    Il cibo era buono e dopo una prima boccata
    p1 < ma che è sta roba, la chiamano cibo>
    p2 < facciamo le brave e mangiamo tutto, ho paura che se non ubbidiamo ci ributtano in acqua>
    p3 < siamo VIVI... ora capiamo com'è la situazione>
    Nel risentire in testa le sue personalità capì di sentirsi decisamente molto meglio.

    Non fece in tempo a rispondere a Violet per la domanda, che la vide correre verso l'esterno.
    Dopo aver ripulito il piatto si rivolse verso Doraf e gli fece un grande sorriso in segno di gratitudine.
    Con un mix di sorriso e accennata risata si rivolse alle altre persone in stanza e disse
    "be... questa volta ce la siamo vista brutta... grazie di averci salvato, siete stati tutti molto gentili" .

    Edited by Arkhaios - 19/4/2021, 23:43
     
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    Entrambe mangiarono, il ragazzo invece era sempre svenuto doveva star particolarmente male, Oirl decise infatti che, non appena fossero giunti a destinazione, lo avrebbe portato da un medico.

    Fu un attimo, un breve attimo di coraggio per la Rossa nel chiedere la loro destinazione che subito manifestò una totale intolleranza ai viaggi in mare.
    Persino con il mare leggermente burrascoso che sbatteva contro i lati dell’imbarcazione e, nonostante tutti si trovassero sottocoperta, si sentiva a tratti gli sgomenti della povera donna tra fuoriuscite di liquami e imprecazioni colorite, che a detta di Borr, fossero davvero proprio originali!

    La ragazzina molto gentilmente ringraziò per il pasto, quella gentilezza contagiò anche Borr che chiese con molta delicatezza: “Ehi ragazzina se hai bisogno di qualcosa chiedi pure, anche se poco abbiamo, lo condivideremo volentieri con te!”

    Oirl non mancò però di fornire una risposta, mentre la Rossa, veramente molto pallida, stava facendo ritorno sottocoperta.

    “Siamo diretti a Dorborough, uno dei quattro regni della Terra di Esterland, sapete qualcosa a riguardo?”

    Nel mentre che rispose, Oirl puntò il dito dritto verso una costa che tra il tempo oscuro si stava delineando e lì la videro: Dorborough in tutta la sua maestosità.

    Dorborough_0

     
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    <la vita è una merda>

    Pensava quando vomitò per l'ennesima volta diventando pallida, alla stregua di un fantasma.

    "Dovrei?"

    Rispondeva al suo interlocutore con l'acidità degna di una zitella e di una misantropa, quel viaggio era proprio da dimenticare.

    "Diciamo che questa deviazione non era in programma, come potete intuire la vita di mare non fa per me e ne sarete contenti"

    Come dare torto alle tradizioni marinarie.

    " Se vi può interessare sò fare uno stufato che farebbe invia a quello di vostra madre, ci sono locande che hanno bisogno di cuoche?"

    Schietta, dopotutto in quel periodo le donne dovevano farsi valere con le unghie e i con i denti.

    "Siete un mercantile o guadagnate diversamente?"

    Era curiosa e conoscere contatti in una terra sconosciuta faceva sempre comodo.
     
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    Cat risposte al affermazione di Borr con un grande sorriso
    "Grazie, in caso di bisogno chiederò"

    "Dor... Dorboroùght non l'ho mai sentita" rispose pronunciando maldestramente il nome della città .
    Con tono incuriosito chiese "com'è ?" e nel vederla rimase senza parole.

    p1 <wow... speriamo di trovare qualche bel lavoretto>
    p2; p3 <wow che bella!!! >
     
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    Mentre Oirl si accingeva a rispondere alla Rossa, intervenne Borr tempestivamente: “Ma quante domande! Siamo curiosi eh?! Ci occupiamo di pesca e basta, altri affari non ti riguardano!”

    “Ehm … si … Borr, ci penso io” disse frettolosamente Oirl cercando di dare un degno congedo ai naufraghi dal momento che ormai erano prossimi all’attracco nel porto.

    “Come diceva Borr ci occupiamo del pescato insieme ad altre navi e per quanto riguarda possibili lavori a Dorborough, quello non so dirti ma potrai sentire il Mastro di Porto non appena sbarcheremo”

    Passò qualche secondo e Oirl notò come la donna e la ragazzina rimasero sbigottite e allora si spiegò meglio: “Non appena attraccheremo vi accompagnerò dal Mastro di Porto, il Signor Egherath, che provvederà a identificarvi e registrarvi, poiché non potete scorrazzare per Dorborough come due straniere qualunque … Quanto al ragazzo Borr lo porterà da un dottore e vedremo cosa si potrà fare”.

    Oirl si girò e puntò poi la ragazzina, con un sorriso disse: “Non mi sono scordato di te!” e iniziò a rispondere alle domande che precedentemente aveva posto: “Dorborough è uno dei quattro regni della Terra di Esterland insieme a Greenfog, Aelholt e Linhedge. A Dorborough risiede la Gilda dei Guerrieri, è un regno ben protetto, fiorente e sicuro … vi lascerò scoprire altro da voi, sono sicuro che ci riuscirete!”

    Attraccarono e Oirl fece cenno alle due di seguirlo mentre Borr si era caricato come un sacco di patate sulle spalle il ragazzo. Il tempo di salutare tutti e l’omone si era già allontanato. Venne anche Doraf a salutare le due, mentre coordinava le operazioni di scarico. Fu poi un breve attimo fulmineo che spuntò anche il ragazzo “oscuro” che in precedenza si era occupato di Cat, lanciò una rapida occhiata e sparì tra la folla.

    Oirl si diresse con la Rossa e Cat verso un piccolo ufficietto ma fu preceduto incontro da Mastro Egherath.

    “Signor Egherath, salve, queste sono Violet e Cat e, per quanto bizzarro sia, le abbiamo pescate in mare!”

    “Due straniere allora” sentenziò in maniera pratica Egherat, con il suo sguardo indagatore inquadrato da folte sopracciglia aggrottate e degli occhialini che pendevano sul naso adunco.

    “Bene! Le affidi pure a me Signor Oirl, vedrò di censirle e collocarle da qualche parte” subito si voltò e fece cenno alle due di stare al suo passo.

    Breve fu il saluto di Oirl alle due: “Che sia un arrivederci o un addio non preoccupatevi! L’importante è che troviate la vostra strada in questa Terra!”

    E così se ne andò, lasciando le due alle cure di Mastro Egherath.

    FINE QUEST



    Riepilogo finale



    Punti Esperienza assegnati:
    - Pablomex: 50 punti
    - Cat (Catlyn): 50 punti

    Denaro assegnato:
    - Pablomex: 0
    - Cat (Catlyn): 0

    Punti Allineamento:
    - Pablomex: 0
    - Cat (Catlyn): 0

    Missione completata da aggiungere alla storia:
    - I pescatori di esseri umani

    Considerazioni e suggerimenti:
    - Pablomex: nessuna
    - Cat (Catlyn): scrivere qualche riga in più
     
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9 replies since 13/4/2021, 14:56   97 views
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